Sinistra Autonomia FederalismoRipartiamo dalle idee e dai territori
Sardegna 2030 - La transizione verso moderni e sostenibili sistemi di produzione e di consumo
L’obiettivo della decarbonizzazione dell’economia,previsto al 2050, è l’architrave che si fonda su due pilastri: l’efficienza energetica e le fonti energetiche rinnovabili (FER), che sono i driver del percorso di transizione energetica.
Il meccanismo è semplice: con l’efficienza energetica l’obiettivo è quello ridurre i consumi, mentre l’energia necessaria per soddisfare tali consumi dovrà essere prodotta da fonti rinnovabili (sole, vento, mare).
L’obiettivo della decarbonizzazione sarà raggiunto attraverso step intermedi. A tal proposito la UE ha stabilito dei target per il 2030:
- Produzione da FER del 32%;
- Miglioramento dell’efficienza energetica del 32,5% (rispetto ai livelli del 1990);
- Riduzione del 55% delle emissioni di gas climalteranti.
L’Italia ha rispettato i target UE del 2020, ma con gli attuali tassi di crescita sulle rinnovabili non sarà in grado di raggiungere il target UE 2030: per fare questo è indispensabile che il 70% dei consumi elettrici venga prodotto da FER, nella fattispecie da fotovoltaico ed eolico.
È necessaria dunque l'adozione di politiche mirate sulla transizione energetica, per superare le attuali barriere, per stimolare l’innovazione e la ricerca,promuovere nuovi modelli di business.
I principali settori energivori sono quelli civile, industriale e trasporti.
Nel settore dei trasporti è in atto un esteso processo di elettrificazione:
- In ambito urbano: trasporto tramite veicoli elettrici, car sharing e trasporto pubblico;
- In ambito extraurbano: trasporto ferroviario di passeggeri e merci, con veicoli elettrici per la logistica merci del cosiddetto ultimo km.
In ambito civile il patrimonio edilizio può essere suddiviso in due categorie:
- Edifici nuovi: a partire dal 2021 tutte le nuove costruzioni dovranno soddisfare i criteri nZEB (near Zero Emission Building) sia nel settore pubblico sia in quello privato, vale dire edifici caratterizzati da ridotti consumi energetici e produzione tramite FER;
- Edifici esistenti: è auspicabile un massiccio processo di rinnovamento energetico del parco immobiliare pubblico e privato ispirata a criteri innovativi e a sistemi di premialità coerenti con l’economia circolare; il Superbonus è uno strumento molto promettente per incentivare per tale processo di efficientamento. Tale misura costituirà un volano per la ripresa del settore edile, con ricadute anche sulle piccole realtà operanti nel territorio.
L’obiettivo è quello di migliorare le prestazioni energetiche del parco edilizio, dove gli edifici dovranno configurarsi come prosumer, vale a dire sia consumatori sia produttori di energia, che dovrà essere preferibilmente autoconsumata.
Il decreto sulle Comunità energetiche tende ad estendere tale concetto, incentivando la creazione di agglomerati di edifici energeticamente virtuosi.
La legislazione attuale favorisce l’utilizzo di sistemi di generazione elettrica (es. pompe di calore) accoppiati a impianti FER, con effetti positivi nel raggiungimento dei target UE.
Il settore industriale è quello in cui è più necessario un cambiamento di paradigma in quanto fortemente basato sull’uso dei combustibili fossili, in particolare di quelli derivati dal petrolio (gasolio, GPL, olio combustibile).
Ad esempio in Sardegnail 30% circa della produzione energetica è imputabile all’olio combustibile, un derivato della lavorazione del petrolio estremamente inquinante e poco efficiente, di cui non è possibile recuperare il calore dei fumi in quanto nel giro di poco tempoi recuperatori di calore si intaserebbero.
Un vincolo importante del settore industriale deriva dal fatto che i processi produttivi richiedono spesso temperature elevate che non possono essere prodotte con i sistemi di generazione elettrica (come invece avviene nell’ambito civile).
Non si può pertanto prescindere dall’utilizzo di un combustibile:
- Nell’immediato la soluzione migliore è sicuramente quella del metano o del GNL, a seconda della modalità di fornitura, meno inquinante dei derivati del petrolio, che però dovrà essere prima integrato e poi sostituito dal biometano;
- Nel medio termine una valida alternativa sarà l’idrogeno, che non genera emissioni inquinanti; in fase transitoria, come dimostrano ricerche nel settore, questo potrà anche essere usato in basse percentuali (5-10%) come mix con il metano.
In termini di efficienza, è auspicabile il ricorso alla cogenerazione (vale a dire la produzione congiunta di energia termica ed elettrica) oppure alla trigenerazione (con contemporanea produzione anche di freddo). È questo il caso delle industrie alimentari come, ad esempio, i caseifici.
L’ostacolo principale nella definizione di uno scenario fondato sulle rinnovabili è il mismatch tra la produzione da FER e i consumi.Infatti, da un lato abbiamo delle fonti naturali solo parzialmente preventivabili e che agiscono con leggi non governabili. Dall’altro dei consumi che seguono andamenti propri.
Occorre pertanto disporre di sistemi di accumulo che, nei momenti di sovrapproduzione, immagazzinino l’energia prodotta in eccesso e che, viceversa, nei momenti in cui la richiesta supera la produzione, mettano a disposizione l’energia accumulata.
Questo si può realizzare con:
- Pompaggi di acqua tra bacini idrici posti a quote diverse;
- Batterie elettrochimiche;
- Sistemi power to gas per la produzione di idrogeno green da FER.
Nel panorama attuale, manca un sistema incentivante adeguato a favorire l’adozione di tali infrastrutture, oltreché dare maggior impulso all’autoproduzione e alla generazione distribuita.
In conclusione, la decarbonizzazione è un processo ineludibile, in cui l’Italia non si trova impreparata, ma che richiede l’adozione urgente e tempestiva di misure adeguate al raggiungimento degli obiettivi stabiliti dall’Agenda ONU 2030 e ribaditi dalla UE. In particolare il Recovery Fund rappresenterà uno strumento finanziario fondamentale per operare scelte strategiche in questa direzione.
Online 18 dicembre 2020