Sinistra Autonomia FederalismoRipartiamo dalle idee e dai territori
Energia da fonti rinnovabili – Produzione e utilizzo
Partiamo dal presupposto fondamentale che è necessaria la riduzione del consumo energetico, la riduzione del consumo del territorio, con una forte coscienza "verde".
Fondamentale la riduzione del fabbisogno energetico. Niente deve essere utilizzato in modo sconsiderato per non depauperare il territorio delle materie prime necessarie, per tutelarlo.
Provo ad avanzare brevemente un’idea di gestione e utilizzo differente dello strumento fotovoltaico o anche di altre fonti rinnovabili per la produzione di corrente elettrica; credo possa essere realizzato e moltiplicato per tutte le realtà con un modello di condivisione totale. Non credo che debba esistere un solo metodo, un solo modello di produzione
Dobbiamo utilizzare per il nostro fabbisogno energetico le energie rinnovabili. Lo Stato investe sotto forma di credito di imposta cifre importanti. Oggi siamo al 110% dell’investimento e la misura potrebbe essere prorogata per altri due anni, sino alla fine del 2023; questo vale sia per la produzione di corrente elettrica che per l’acquisto delle nuove macchine termiche per riscaldamento, raffrescamento e produzione acqua calda sanitaria.
Installare i pannelli rispettando la corretta esposizione nel tetto di una casa, specialmente nei centri storici, in molti edifici della pubblica amministrazione, in un centro abitato, può non essere semplice e avere dei costi maggiori. Rimane in ogni caso, attualmente, la soluzione ottimale in quanto si produce, si accumula e si consuma nel medesimo luogo.
Rimangono unicamente i costi dell’allaccio e i costi fissi di gestione del contatore ma sono assenti i costi di distribuzione e gestione della stessa.
Energia green a chilometro zero
Quindi potrebbe diventare complicato e dispendioso procedere alle installazioni in molti condomini, nei centro storici e in molti edifici della Pubblica Amministrazione.
Inoltre non sempre però è possibile avere il tetto a disposizione per l’installazione, come nella maggior parte dei condomini.
Si deve quindi affrontare anche un nuovo concetto di rete, di condivisione.
Le Comunità Energetiche
La Direttiva Europea RED II 2018/2001/UE introduce la Comunità Energetica Rinnovabile e la direttiva 2019/944/UE introduce la Comunità Energetica di Cittadini.
Si passa dal concetto di produzione centralizzata, unidirezionale dalle centrali alle città, ai borghi, strutturata gerarchicamente come unico sistema di produzione ad un concetto di rete e quindi connessione di nodi produttivi minori in rete e gestiti con un sistema di condivisione spinta, direi di gestione comune
Le Comunità Energetiche Rinnovabili , composte da cittadini, da azionisti locali, da PMI sono i mattoni base, i produttori che consumano, vendono e accumulano energia in cellule locali.
Le Comunità Energetiche di Cittadini, semplificando molto, hanno il ruolo di gestori della rete di consumo locale, di distributori delle produzioni, di ottimizzatori intelligenti e smart degli accumuli.
Il panorama cambia, si apre una condivisione, una partecipazione del basso che punta su efficienza delle reti distributive smart, energia condivisa da autoproduzione da rinnovabili e accumulata per far fronte ai picchi di richiesta. Cittadini protagonisti e quindi attori coscienti dell’importanza del progetto
Si rende molta importanza al ruolo del Produttore Consumatore, definito ProSumer (Producer Consumer) che corrisponde a un singolo nodo della rete aperta delle Comunità Energetiche Rinnovabili.
Ora è possibile la condivisione di produzione e consumi tra diversi edifici. Principo fondamentale per l’ampliamento della rete e quindi la creazione di aree di produzione e condivisione vaste. Interi quartieri possono essere una unica Comunità Energetica Rinnovabile.
Un Comune, un consorzio di Comuni, un territorio interno diffuso, dovrebbero approntare, in una zona industriale o periferica vicina alla prima centrale Enel o cablaggio ENEL, a una distanza proporzionata, e non eccessivamente invadente, dei supporti per l’installazione di pannelli fotovoltaici, o simili, gestiti da una società a partecipazione comunale o totalmente privata. In questi supporti verranno installati i pannelli fotovoltaici dei cittadini residenti, della Pubblica Amministrazione, delle aziende artigiane, dell’industria. Dovranno esserci Slot per un numero di utenti almeno pari a quelli censiti. Se verrà perseguito l’efficentamento energetico il fabbisogno sarà sicuramente inferiore. Si ribadisce che per installare i pannelli sul tetto di una casa, con la corretta esposizione, in un centro abitato, si possono avere difficoltà e costi enormi e spesso un’efficienza limitata.
Mi può perciò essere offerta la possibilità di posizionarli in periferia e di scambiare li la mia produzione con il fornitore accreditato che potrebbe essere una sociètà comunale, regionale, nazionale. Spenderei meno di un terzo per l’installazione, avrei un’esposizione ai raggi solari perfetta, quindi una maggiore resa per pannello, e inoltre non occuperei il mio tetto con un’antiestetica copertura.
Quando verrà concluso l’efficientamento energetico degli edifici, previsto dal “Decreto Rilancio” attraverso il BONUS 110%, il fabbisogno sarà sicuramente inferiore a quello attuale.
Terreno del Comune se possibile nella zona Industriale.
I supporti finanziati e realizzati e dal Comune o da un Consorzio, Società Privata o altre da stabilire.
Se possibile supporti con orientamento variabile per ottimizzare la produzione e diminuire la superficie occupata.
Accumuli di corrente elettrica in prossimità degli utilizzatori finali o direttamente nelle case degli utenti per permettere un immagazzinaggio di corrente nei momenti di maggior produzione e restituzione o cessione della corrente nei momenti di minor produzione istantanea.
Gestione degli accumuli come se fossero una unica grande centrale elettrica con tutti i nodi interconnessi tra di loro.
Accordo con ENEL per diminuire il costo del trasporto della corrente elettrica. Fondamentale per rendere ancora più vantaggioso lo scambio sul posto anche se i pannelli fossero dislocati in periferia
Oltre all’acquisto dei pannelli o dell’unità produttiva in genere, forse l’utente potrebbe essere tenuto a versare una quota periodica, sicuramente modesta, per la manutenzione.
Con l’attivazione di una buona centrale di acquisto regionale si potranno reperire i materiali migliori a costi irrisori. La gestione sarebbe affidata a tecnici dipendenti, che manterrebbero in perfetta funzione l’impianto e ne controllerebbero l’efficienza nel tempo. Naturalmente andranno approntati accordi con i gestori, per rendere agevole questa soluzione per tutte le installazioni e gestioni possibili in Sardegna e non solo.
Alla base di tutto ci deve essere una riduzione dello spreco in genere di materiali, con il riciclo di tutto quello che è possibile riciclare.
Energia green a chilometro zero
VANTAGGI
Costo annuo per la gestione dell’abitazione ridotto o quasi azzerato per le voci riscaldamento, raffrescamento, produzione di acqua sanitaria, piani cottura ad induzione.
Gli investimenti per rendere le abitazioni efficienti dal punto di vista energetico, compresi i pannelli fotovoltaici, rientrano nel “Piano Rilancio” finanziati con credito d’imposta al 110% includendo anche sistemi di riscaldamento, raffrescamento e produzione di acqua calda sanitaria. Se venisse concessa l’installazione nella “Solar farm” rimanendo invariati i contributi si potrebbe ampliare esponenzialmente la platea delle persone che ne potrebbero usufruire. Avremmo un balzo in avanti nella produzione e consumo di energia Green in tutta Italia ma specialmente nelle Isole e nel Sud.
Bassissimo costo di installazione. Questo si ripercuote sulla quantità di credito di imposta sulle installazioni. Un impianto fotovoltaico da 6 KW montato su un tetto costa intorno ai 12000 Euro. Montato in una struttura predisposta e acquistando i pannelli e inverter in grandi quantità, si potrebbe più che dimezzare il costo o più che raddoppiare la potenza (così anche lo scambio senza autoconsumo porterebbe a zero il costo annuo per l’energia elettrica). Ne conseguirebbe un forte risparmio sul credito di imposta da parte dello Stato
Il risparmio per le famiglie sarebbe molto elevato.
La produzione annua di una installazione di pannelli per 3KW corrisponde a circa 4000-4800 KWh. In Sardegna superiamo i 5000 con installazione standard.
Daremo la possibilità della installazione anche per chi non ha a disposizione un tetto esposto correttamente e quindi un sistema democratico.
Ogni mese la singola abitazione potrebbe avere un costo di gestione quasi azzerato e quindi il costo della vita per gli abitanti potrebbe essere ridotto anche di 200,00 Euro mese.
In Sardegna abbiamo gli esempi noti di Benetutti, Berchidda e Borutta.
Mi soffermo su Berchidda per dare qualche dato.
Progetto Pilota Europeo con 4 milioni di Euro di Finanziamento da parte della Regione Sardegna
Progetto Sperimentale in costruzione che prevede la gestione della rete e la creazione delle infrastrutture per liberalizzare la produzione e la distribuzione di corrente elettrica
Si intende mostrare che la Sardegna può diventare un modello europeo di efficienza energetica tecnologicamente avanzato promuovendo il consumo locale, l’autoconsumo e quindi generare reddito per i cittadini e imprese abbattendo i costi energetici. Viene stimato un risparmio di più di 600.000 Euro annui di spese energetiche e la diminuzione del costo della bolletta del 30%.
Per il cittadino ci sarebbero inoltre maggiori servizi oppure minori costi derivati dal risparmio dei 600.000 Euro Annui
Ricarica automezzi elettrici. Credo che sia un argomento da approfondire e preparare una proposta forte e articolata. Ogni comune dovrebbe dotarsi di un sistema di produzione e distribuzione dedicato alle vetture elettriche, ai mezzi pubblici elettrici, sia comunali che regionali.
Produzione in ogni comune e colonnine di ricarica sul posto. Una carta a scalare in cui ogni cittadino può accumulare virtualmente l’eccesso di produzione della sua quantità di energia prodotta e utilizzarla in tutte le colonnine convenzionate in tutto il territorio regionale e nazionale.
Accordo con i punti di rifornimento per far parte di questa Comunità Energetica di Cittadini con le giuste retribuzioni per il lavoro di distribuzione capillare. Credo che saranno attori interessati anche le aziende di produzione e distribuzione dei prodotti petroliferi.
Online 18 dicembre 2020