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L’Unione Europea è l’opposto dei confini e della paura
Oggi vorrei proporvi una piccola riflessione nel quale comprendere l’importanza dell’Europa e delsentirsi Europei.Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni travolti da un’ondata europeista nel 1941 giunsero a capire che occorreva creare un’entità in grado di assicurare la pace tra i paesi europei e che a talescopo questi rinunciassero alla loro sovranità, infatti, nel “Manifesto Ventotene per un’Europa libera e unita” così dicevano: “superando l’orizzonte del vecchio continente, si abbracci una visione diinsieme tutti i popoli che costituiscono l’umanità, bisogna pur riconoscere che la federazioneeuropea è l’unica garanzia concepibile che i rapporti con i popoli asiatici e americani possanosvolgersi su una base di pacifica cooperazione, in attesa di un più lontano avvenire, in cui diventipossibile l’unità politica dell’intero globo”.
Come tutti sappiamo uno dei più importanti obiettivi dell’Europa è garantire la pace e lo fa da circa70 anni, dal 16 aprile 1948 anno in cui con la Convenzione di Parigi si ha la nascita della primaorganizzazione europea l’(OECE), l’Organizzazione Europea di Cooperazione Economica e in viadefinitiva con la creazione del Trattato della CECA (Comunità europea Carbone Acciaio) firmato aParigi il 18 aprile del 1951 dai sei stati.Il riconoscimento dell’Europa come entità sovranazionale trova fondamento anche nel nostroordinamento costituzionale dove “l’Italia limita le proprie sovranità necessarie ad un ordinamentoche assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni, promuove e favorisce le organizzazioni internazionali” (art. 11 Cost.).E’ proprio da queste affermazioni e da questi principi che dobbiamo partire e riconoscerci oggi piùche mai contro chi li vuole vedere vacillare.
L’Unione è l’opposto di confini e paura, l’Unione è unasocietà aperta che favorisce una vera integrazione sociale, culturale dove si combattono lediscriminazioni, dove si promuove la giustizia e le protezioni sociali e allo stesso tempo si promuovela coesione economica, elevati livelli di occupazione, sociale e territoriale e la solidarietà fra statimembri, rispetta la ricchezza della sua diversità culturale.Non a caso il motto dell’Unione è: “unità nella diversità”. Tutti questi principi sono veri allorché si rispetti il valore della democrazia, il cui riconoscimento nonpuò prescindere dal ruolo centrale del Parlamento europeo, istituzione rappresentativa dei cittadinidell’Unione o se si vuole del popolo europeo, quale organo democratico per eccellenza, eletto asuffragio universale diretto, libero e segreto secondo principi comuni in tutti gli stati membri dal1979.
E’ importante ricordare che i parlamentari si riuniscono in gruppi secondo quella che è l’affinitàpolitica e non già tanto secondo la nazionalità di provenienza, il che è un rilevante fattore di partecipazione del cittadino al processo di integrazione e di formazione di una coscienza europea diespressione della volontà politica degli stessi.La sinistra ha il compito di mettere un freno al nazional-populismo in atto.Io condivido a pieno l’idea del filosofo Salvatore Veca nel libro in “Qualcosa di sinistra” in cui egli dice: “l’idea di fondo è rimettere al centro del discorso della sinistra l’idea di uguaglianza e libertàsociale volta all’emancipazione di ogni individuo dentro una società aperta, che non ha paura dellaverità e non sia più codarda verso le Grandi Sfide del nostro tempo (ambiente, automazione, migrazioni”, perché sono questi i temi che più interessano alla gente.L’Unione deve dare risposte ai propri cittadini e lo deve fare attraverso una sinistra che ragioni sulfatto che nessuno resti indietro sulla sicurezza sociale e adoperandosi per rendere efficienti i serviziessenziali quali la sanità e la scuola, un sistema di welfare condiviso, l’integrazione e l’occupazione.
La Sardegna oggi versa in una situazione di svantaggio strutturale e limiti di mobilità determinatidalla sua condizione insulare, calo demografico e carenze occupazionali, sarebbe infatti opportunoche le autonomie regionali attraverso un dialogo con tutte le istituzioni dell’UE siano in grado didare piena attuazione all’art. 174 TFUE il quale afferma che “l'Unione mira a ridurre il divario tra ilivelli di sviluppo delle varie regioni ed il ritardo delle regioni meno favorite”.
Concludo dicendo che l’Unione europea si conferma essere sempre la scelta più giusta e a concretadimostrazione di ciò vi è il ricevimento del premio Nobel per la pace nel 2012 in cui non vi sonosolo i meriti e i riconoscimenti dei risultati ottenuti in passato dall'Unione europea, comeaffermato dai leaders europei, ma guarda anche al futuro, affinché i giovani europei, cheerediteranno un continente di pace, avranno la responsabilità del futuro dell'Europa.
Daniela Pusceddu
Iglesias, 27 aprile 2019